La festa della liberazione Da questa voglia di serenità E da quelli ubriachi di belle parole Da quelli sbronzi d'autorità Come mio nonno, minatore di verbi E congiuntivi di nessuna utilità Di rispetto per se stessi e per gli altri Praticamente l'infelicità E questi bambini, pimpanti e codardi Che hanno già perso la verginità L'imene rotto della meraviglia Nessuna scintilla, una sega a metà La festa della liberazione Ce ne son molti di cui mi libererei A cominciare da quelli di famiglia Dai tarli che mi han regalato i miei Dalla voglia di cascare sempre in piedi Dalla tua scuola, dall'università Che ti ha insegnato soltanto ad imparare Per imparare, e adesso che si fa? E mia sorella rizzacazzi per scelta Un piercing sull'ombelico, sei una celebrità In questo paesino di grandi repressi Pochi e squallidi amplessi, la mediocrità La festa della liberazione Da tutti gli atei, compreso il sottoscritto Io prego molto, ma molto di più Di chi si inginocchia e prega il soffitto E passo ore, giorni, mesi a pensare Stelle, non guardarle mai Ho paura di vederlo spuntare Sorride e dice "Appino, che cazzo fai?" E la marcia nuziale di tutti E' un aereo che passa e che lascia una scia Che divide il cielo da quelli buoni da quelli che han bisogno della polizia La festa della liberazione Da questo talento di perdonarmi tutto E perdono gli altri solo se è comodo a me Dio quante balle che mi son detto E che ho detto a tutti quanti voi Invitati a casa mia e poi lasciati fuori E mia sorella piange di nascosto La sua ragazza le ha detto "Muori" E tutti i maschi del paese sono in tiro Nell'attesa si picchiano per toccarsi un po' Quanto è brutta tutta questa campagna la gente si lagna e nemmeno un falò Mentre al centro ho rubato il senso Centrare un bersaglio è quello che vorrei Come mio padre 34 anni fa Una vita ad allontanarlo e diventare come lui